Energia

(Tratto dal documento “Preliminare di Strategia”, disponibile nella sezione “VERSO LA STRATEGIA D’AREA” del menù “PASSI COMPIUTI”)


snai-madonie-logo100% DI FONTI RINNOVABILI: UN NUOVO MODELLO ENERGETICO DI POLIGENERAZIONE DIFFUSA E INTEGRATA

Nel corso degli ultimi anni il territorio madonita ha sperimentato progetti energetici innovativi che hanno catturato l’attenzione dell’opinione pubblica regionale e nazionale.
Nel 2010 è stato realizzato il primo Parco Fotovoltaico diffuso, promosso dell’Agenzia di Sviluppo delle Madonie: 14 impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di 1.200 Kwh ubicati in aree pubbliche fortemente degradate (ex discariche, impianti di sollevamento, coperture con amianto) che, senza consumare nuovo suolo, hanno consentito di coniugare recupero ambientale, produttivo e sociale. Dal 2011 i Comuni della Città a rete hanno acquistato l’energia elettrica per i propri fabbisogni in maniera aggregata, con una procedura virtuosa – pianificata con gara europea dalla stessa Agenzia di Sviluppo – che ha consentito di abbattere i costi di approvvigionamento storici di circa un quarto (tutt’ora l’offerta ottenuta risulta essere più vantaggiosa rispetto all’ultima gara CONSIP). Tutti i comuni delle Madonie (con la sola eccezione di Scillato) hanno approvato un Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (PAES) e si sono posti traguardi ambiziosi in termini di riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera.
Oggi circa il 52% del fabbisogno energetico del territorio madonita fa riferimento a Fonti Energetiche Rinnovabili (FER), in gran parte assicurate dagli otto impianti eolici localizzati nei Comuni di Caccamo, Caltavuturo, Gangi, Montemaggiore Belsito, Petralia Sottana e Sclafani Bagni. Ma i notevoli investimenti in questi impianti centralizzati, costruiti e gestiti da grandi imprese del settore, non hanno generato occasioni di lavoro per il territorio e non hanno ridotto i costi della bolletta energetica in capo alle istituzioni e alle comunità locali.

Le riflessioni sviluppate nella fase di elaborazione della strategia dell’Area Interna Madonie hanno consentito di formulare una proposta che punta a introdurre una netta discontinuità e sperimentare un nuovo modello energetico in grado di assicurare il 100% del fabbisogno delle comunità locali da fonti rinnovabili attraverso piccoli impianti di produzione diffusa sul territorio.
Con il supporto scientifico del Consorzio ARCA (consorzio per l’applicazione della ricerca e la creazione di aziende innovative promosso da un partenariato tra l’Università di Palermo e un gruppo imprenditoriale privato impegnato nel campo della ricerca industriale e del trasferimento tecnologico) è stato studiato il modello energetico sviluppato a Güssing, una cittadina austriaca diventata famosa per avere scelto con determinazione la strada “visionaria” del risparmio dei consumi energetici e della produzione nell’ambito del territorio di energie rinnovabili fino al 100% dei fabbisogni: dalle stufe a legna per il riscaldamento delle case alla produzione di biogas per il teleriscaldamento e l’efficientamento degli edifici pubblici e dei capannoni industriali, fino alla produzione di biodiesel da colza/biomassa per l’alimentazione delle automobili.
La scelta di questo modello poligenerativo integrato, cogestito da imprese del territorio, ha consentito – nell’arco di un ventennio- di ridurre i costi della bolletta energetica che pesava sulla comunità e le imprese per oltre 8 milioni di euro e di produrre entrate per oltre 17 milioni di euro. L’impatto sui circa 4.000 abitanti della cittadina è stato straordinario. Il successo nell’attuazione del modello ha consentito di creare nuovi posti di lavoro ed ha richiamato nuovi investimenti che hanno moltiplicato le opportunità di lavoro, contrastando in maniera efficace i processi di spopolamento. Attraverso la capacità di “raccontarsi” con un adeguato marketing territoriale, il modello Gussing è diventato un attrattore di flussi significativi di visitatori e turisti che hanno contribuito a stabilizzare posti di lavoro e processi demografici e si è costituito come modello per l’intera area del Burgenland e per altri territori rurali austriaci.

Si è valutato che il territorio delle Madonie ha una pluralità di fonti energetiche rinnovabili maggiore di quelle che aveva Gussing nella fase iniziale (oltre il 50% della produzione fa riferimento a rinnovabili e si può contare su sole, acqua, biomassa, geotermia). Peraltro, l’Ecomuseo delle Madonie può contribuire in maniera significativa a supportare il ruolo di “living-lab di energie rinnovabili”, attraverso la memoria e la “narrazione” delle capacità del territorio di produrre energia attraverso fonti differenziate: l’acqua della centrale idroelettrica di Petralia Sottana che prima alimentava i mulini per la macina del grano; il sole per asciugare durante l’estate produzioni agricole da conservare per l’inverno (grano, pomodori, mandorle, fichi); la neve invernale conservata nelle “neviere” per rinfrescare il caldo delle estati; la legna dei boschi per cuocere il pane nei forni e riscaldare le case d’inverno, ovvero da trasformare in carbone per usi artigianali/industriali (stirerie, ceramisti, fabbri ferrai, etc.).
Inoltre, il territorio è già stato individuato come contesto pilota per l’analisi della domanda energetica e dell’impatto potenziale del modello sperimentato con il progetto strategico STS-Med (finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma ENPI CBCMED) del quale il Consorzio ARCA è Capofila.
Il progetto fa riferimento all’utilizzo dell’energia solare quale fonte poligenerativa adatta alle condizioni mediterranee, dove può essere convertita -in funzione della domanda locale- in energia elettrica, calore e freddo. Da qui la convinzione di poter replicare, con gli opportuni adattamenti, il modello Gussing.
Dall’analisi dei dati raccolti nel corso di specifici audit energetici con gli stakeholder locali è emersa l’opportunità di combinare la risorsa solare con quella agroforestale, ampiamente disponibile sul territorio, attraverso la realizzazione di un sistema di impianti ibridi di piccola scala distribuiti sul territorio. La stagionalità complementare delle due risorse, consentirebbe, infatti, di coprire in forma equilibrata la domanda, mentre la piccola scala garantirebbe il rispetto del paesaggio e l’esclusiva valorizzazione della biomassa locale. La disponibilità di energia termica pregiata, ad alta temperatura, di origine solare, potrebbe anche consentire di processare localmente la biomassa al fine di ottenere biogas.
Il modello di living lab di energie rinnovabili sarà supportato dalla connessione a reti di conoscenza nazionali ed internazionali e strutturato in forme partecipative che consentono l’interazione tra tutti i soggetti (innovatori, tecnici, professionisti, imprenditori e decisori politici) che condividono la “visione” dell’ambizioso modello energetico e la strategia integrata di valorizzazione delle risorse locali, con significative ricadute sul tessuto produttivo e l’occupazione.
I contenuti della strategia Area Interna risultano confermati dalla normativa del collegato ambientale alla Legge di stabilità 2015 che istituisce le “oil free zone”. Sulle base di atti di indirizzo dei Comuni, d’intesa con gli Enti Parco, queste aree possono prevedere la progressiva sostituzione del petrolio e dei suoi derivati con energie prodotte da fonti rinnovabili.
Il percorso di attuazione è stato strutturato in cinque macro azioni:

  1. Visione e partecipazione: saremo 100% rinnovabili in 10 anni
    L’azione ha una duplice finalità: a) condividere la visione e l’obiettivo sfidante del 100% di energia da fonti rinnovabili entro 10 anni, proponendosi come punto di riferimento internazionale per l’innovazione energetica basata sulla poligenerazione diffusa in ambito rurale; b) confrontarsi con le buone pratiche internazionali (tipo Gussing) e recuperare la “memoria energetica” del territorio con modalità partecipative nell’ambito dell’Ecomuseo delle Madonie.
  2. Conoscenza: una cabina di regia dei PAES
    L’azione consiste nella realizzazione di un cruscotto di supporto alle decisioni sul sistema energetico del territorio e di un masterplan energetico generale di breve, medio e lungo periodo che integri le azioni dei PAES comunali ed il loro potenziamento nell’ambito SNAI in una prospettiva 100% FER.
  3. Consapevolezza: la scuola al centro della filiera della conoscenza
    L’azione pone al centro del processo di transizione energetica le scuole del territorio, dove saranno implementati spazi creativi e sociali denominati “Energy FabLab at School”, laboratori di fabbricazione di dispositivi dimostrativi (exhibit) per il risparmio energetico e la produzione energetica da fonti rinnovabili, dotati di attrezzature necessarie alla realizzazione di componenti, all’assemblaggio ed alla caratterizzazione di apparati elettrici e termici.
  4. Dimostrazione: energia positiva sulle Madonie
    L’azione consentirà di dare concretezza alle filiere cognitive sviluppate intorno ai laboratori attraverso la realizzazione di “dimostratori territoriali”, quali luoghi di gestione partecipata del processo di transizione e attivatori delle filiere di competenza. La sperimentazione di nuove tecnologie a supporto del processo di applicazione del modello generativo verrà condotta nel territorio, scalando a livello degli edifici la fase pilota già avviata nei laboratori scolastici, e concettualizzata negli exhibit, attraverso una fase di co-progettazione e successiva realizzazione di interventi di miglioramento energetico delle scuole che ospitano i laboratori o di altri edifici pubblici dell’area, con il fine ultimo di raggiungere l’obiettivo di energia zero o positiva.
  5. Sistema: implementazione del modello energetico su scala territoriale
    Nel quadro di processi volti ad ampliare l’impatto della sperimentazione su scala territoriale si prevede il consolidamento delle filiere produttive e l’implementazione delle nuove catene di valore attivate negli interventi dimostrativi. I nuovi modelli di business basati sulla partecipazione della cittadinanza ai benefici della transizione energetica saranno sostenuti dall’Unione dei Comuni dell’Area Interna Madonie anche attraverso campagne di informazione mirate alla più larga consapevolezza pubblica.